martedì 31 agosto 2010

Corso Linguaggio del Corpo a Bari il 2 e 3 Ottobre 2010

corso linguaggio del corpo, comunicazione non verbale, microespressioni

Sono aperte le iscrizioni per il nuovissimo corso sul Linguaggio del Corpo che si terrà a Bari il 2 e 3 Ottobre 2010.

COMUNIKA++ è un corso veramente completo grazie al quale potrete apprendere tutti i segreti della Comunicazione Non Verbale ed imparare a leggere in maniera efficace tutti i segnali che il vostro interlocutore vi invia durante la conversazione migliorando quindi la vostra capacità di relazionarvi con gli altri sia nella vita privata che sul lavoro.

Un corso consigliato a tutti coloro che vogliono semplicemente ampliare la loro capacità comunicativa e il loro spirito di osservazione.

Grazie alle esercitazioni in aula imparerete velocemente a leggere al di la delle parole capendo se chi parla è sincero e quali sono le sue vere intenzione.

Studiare la comunicazione non verbale vuol dire anche studiare se stessi e la propria maniera di comunicare, correggendo quei comportamenti che inconsapevolmente mettiamo in atto e che creano una barriera tra noi e il nostro interlocutore.

Tra le tante cose imparerete a capire chi vi sta mentendo, quando chiudere una trattativa, migliorare la comunicazione con il vostro partner...

Per visionare il programma completo del corso, prenotare o richiedere altre informazioni andate sul sito di comunika++ o inviate una e-mail a comunikabari@hotmail.it.

Non perdete questo appuntamento!!!
Vi aspetto,
Antonio

lunedì 30 agosto 2010

Microespressioni - la mimica della Felicità

sorriso, mimica della felicità, microespressioni, paul ekman

Ciao a tutti e ben ritrovati.
Dopo una piccola pausa ritorniamo oggi a parlare di microespressioni facciali ed in particolare dell'espressione della felicità, probabilmente l'emozione più facile da riconoscere sul volto del nostro interlocutore ma che merita comunque di essere approfondita per non incorrere in errore. Di certo non serve che sia io a spiegarvi quando e perché sul nostro volto si illumina un bel sorriso e proviamo questa genuina emozione che noi tutti sappiamo avere grandissimi poteri terapeutici.

La cosa importante da ricordare è che la nostra società ci insegna diverse regole di manifestazione anche per quel che riguarda l'espressione di questo particolare sentimento. Anche la felicità può infatti essere volontariamente mascherata o al contrario, forzatamente simulata.

Esempi classici sono il ridere alla fine di una barzelletta per nulla divertente raccontata da un nostro caro amico (o che semplicemente già conoscevamo) o mostrare compiacimento davanti ad un regalo che proprio non ci piace per non ferire i sentimenti della nostra cara zietta.
O ancora possiamo mascherare la nostra felicità quando proviamo soddisfazione per una notizia che ci informa, ad esempio, di una promozione sul lavoro ma sappiamo di non poter esternare i nostri sentimenti per non ferire quelli di chi non è stato altrettanto fortunato e che si trovano attorno a noi...gli esempi sono tanti...

Anche la felicità può mescolarsi con altre emozioni come rabbia, paura, disgusto e più frequentemente con la sorpresa ed è per questo che è fondamentale saperne riconoscere la mimica.

La mimica della felicità:
Innanzitutto bisogna ricordare che la microespressione della felicità si esprime soprattutto nella parte inferiore del viso.

- gli angoli della bocca sono tirati indietro e sollevati;
- la bocca può essere chiusa o aperta, scoprendo eventualmente i denti;
- una ruga (la piega rino-labiale) scende dal naso fino agli angoli della bocca;
- le guance sono sollevate;
- la palpebra inferiore presenta rughe sottostanti e può essere sollevata ma non tesa;
- negli angoli esterni degli occhi appaiono le cosiddette "zampe di gallina".

Quest'ultimo punto è quello che classicamente differenzia il cosiddetto sorriso "Duchenne" dal sorriso sociale.

Ciao a tutti,
Antonio

venerdì 27 agosto 2010

PNL - La Metafora Terapeutica - i 2 Monaci

Una delle tecniche di cui mi sono innamorato da quando mi sono affacciato allo studio della PNL e al lavoro di grandi terapeuti come Milton Erickson è quella dell'utilizzo delle metafore terapeutiche come espediente per produrre "cambiamento".

Uno degli aspetti più importanti della metafora è quello di raggiungere il suo scopo terapeutico allentando e raggirando le difese del paziente. E' una tecnica utilissima per mostrare in maniera indiretta a chi ascolta le risorse che sono state dimenticate o che sembrano in una qualche misura inaccessibili in quel preciso momento. In questa maniera è quindi possibile mettere in risalto determinate problematiche o parti di esse che non sembrano ancora essere state prese in considerazione dal soggetto stesso. Ancora, sono un ottimo strumento per ristrutturare una determinata situazione vissuta in maniera negativa dal paziente cambiando il punto di vista dal quale si guarda al problema o per suggerire nuove soluzioni.

Vi posto un esempio di metafora tratta dal libro di Paul McKenna "Cambia vita in 7 giorni"

Due monaci stavano attraversando una foresta quando si imbatterono in una bellissima cortigiana presso le sponde di un torrente in piena. Poiché avevano fatto voto di castità, il monaco più giovane ignorò la donna e attraversò velocemente il torrente. Intuendo che la bellissima donna non sarebbe riuscita ad attraversare il torrenteda sola, il monaco più anziano la prese tra le braccia e la portò sulla riva opposta.
Raggiuntala, la posò a terra con delicatezza. Quella ringraziò con un sorriso e i due monaci proseguirono il loro cammino. Il giovane monaco non disse nulla, ma fremeva continuando a rivedere nella mente l'accaduto.
"Come aveva potuto?" pensava tra sé, pieno di rabbia. "Il nostro voto di castità non significa niente per lui?"
Quanto più ripensavaa quello che aveva visto, tanto più la rabbia gli cresceva dentro e tanto più forti gli risuonavano nella mente le sue argomentazioni:
"Caspita! Se avessi fatto io una cosa del genere, sarei stato cacciato dall'ordine. E' disgustoso.
E' vero che sono monaco da meno tempo di lui, ma so distinguere il bene dal male.
Alzò lo sguardo verso il monaco più anziano per vedere se almeno stesse mostrando rimorso per quello che aveva fatto, ma l'uomo sembrava più sereno e in pace che mai.
A un certo punto il giovane monaco non seppe più trattenersi.
"Come hai potuto fare una cosa del genere?" domandò. "Come hai potuto anche solo guardare quella donna, per non parlare del fatto che l'hai presa in braccio? Hai dimenticato il voto di castità?" Il veccio monaco sembrò sorpreso, poi sorrise guardandolo con gentilezza.
"Io non la sto più portando con me, fratello. Tu si?".

Piaciuta? Spero proprio di si.

Buona giornata a tutti,
Antonio



giovedì 26 agosto 2010

Linguaggio del Corpo - I gesti delle Mani - Parte 1

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I palmi e le strette di mani possono essere utilizzati per assumere il controllo della conversazione. Chi vuole studiare il linguaggio del corpo deve per forza di cose imparare a interpretare questi gesti sia per leggerli negli altri e capire le loro intenzioni sia per imparare egli stesso a comunicare in maniera efficacie.
Un esempio. Un mio caro amico (di cui non farò il nome :)) ogni volta che si presenta a qualcuno ha la "bellissima" abitudine, quando stringe la mano, di illuminarsi con uno splendido sorriso. Ora, questo mio amico, è un bel pezzo d'uomo, possente e di bell'aspetto. Come gli avevano insegnato da ragazzo, per essere un uomo e venire rispettato ;), stringe la mano a tutti in maniera decisa. Il problema era che la forza che metteva nel gesto è cosi forte da ferire in particolar modo le donne (specie quelle con anelli o fede nuziale). Il risultato? Solo amici e colleghi uomini più forzuti e risoluti stanno al suo gioco. Tutti gli altri soffrono in silenzio e sono sempre alla ricerca di nuove scuse per non ritrovarsi a stringere la mano al mio amico ;)
Non è un buon modo di presentarsi...non credete?

Il fatto e che le mani sono state nel corso dell'evoluzione lo strumento più importante per l'uomo; il cervello a più collegamenti con le mani che con qualsiasi altra parte del corpo.

Oggi iniziamo a vedere i gesti attraverso i quali possiamo valutare la sincerità o meno del nostro interlocutore e la maniera in cui utilizzare i palmi per impartire ordini.

Quando un individuo vuole essere onesto e schietto, tiene spesso uno o entrambi i palmi rivolti verso l'interlocutore. E' un gesto inconscio attraverso il quale abbiamo il sentore che chi ci sta difronte dica il vero.

Quando un bambino mente, di solito nasconde i palmi dietro la schiena; un uomo, in maniera del tutto analoga, infila le mani in tasca o tiene le braccia ben incrociate mentre da spiegazioni alla moglie su dove si trovava la sera prima (magari con gli amici a bere birra e giocare a poker).

Non solo, i palmi possono essere utilizzati come gesto per impartire ordini e direttive. I principali gesti di comando sono tre: il palmo verso l'alto, il palmo verso il basso e la mano chiusa con il dito puntato.

Il palmo verso l'alto è un gesto non minaccioso. Indica sottomissione, come un mendicante che chiede l'elemosina. Dal punto di vista evolutivo indica che non si possiedono armi. Se desiderate che qualcuno prenda parola questo è il gesto che fa per voi. Se invece volete che vi passi qualcosa potrebbe non essere molto efficacie.

Il palmo girato verso il basso indica autorità. Se lo utilizzate per chiedere ad una persona di spostare un oggetto o darvelo l'interlocutore lo valuterà come un ordine e potrebbe sviluppare sentimenti di antagonismo nei vostri confronti. Dipende chiaramente dal rapporto che collega voi e l'altro, amicizia, subordinazione ecc...

La mano chiusa con il dito puntato è praticamente un pugno con il dito allungato, utilizzato a mo di mazza, con il quale chi parla simbolicamente bastona gli ascoltatori. A livello inconscio suscita sentimenti negativi perchè precursore del "braccio sollevato oltre la spalla, gesto che gran parte dei primati utilizza prima di passare all'aggressione fisica.
E'uno dei gesti più irritanti che si possano utilizzare. In alcuni paesi, come Malesia e Filippine, è un insulto.

Per ora è tutto...nel prossimo post vedremo le varie tipologie di strette di mano.

Ciao a tutti,
Antonio

martedì 24 agosto 2010

Bob Proctor in Italia - Sei Nato Ricco - Seminario Live a Settembre

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Vi segnalo uno dei maggiori eventi nel campo dello Sviluppo Personale, Professionale e Finanziario che si svolgerà a breve nella nostra nazione.
Chiunque abbia letto "The Secret" conosce sicuramente Bob Proctor. Il Carismatico Maestro di vita sarà in Italia per l’evento più esclusivo dell’anno! Il 18 Settembre arriverà infatti a Milano Marittima con il suo seminario "Sei Nato Ricco", durante il quale rivelerà i "secrets" per una vita di successo ;)

Un esperienza da non perdere!!!

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Linguaggio del Corpo - Come leggere i segnali che il nostro interlocutore ci invia

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Iniziamo oggi questo argomento aprendo una bella e grandi parentesi su alcune semplici regole su come leggere e quindi interpretare il linguaggio del corpo in maniera corretta.

Esistono gesti universali? La risposta è si. Esistono gesti identici in tutto il mondo e che non variano da cultura a cultura. Alcuni di questi sembrerebbero essere di natura innata. Ne è un esempio il cenno con il capo per rispondere affermativamente che viene usato sin dalla nascita anche da chi è cieco. Oppure il cenno con il capo che indica la negazione, anch'esso lo ritroviamo già nella prima infanzia quando osserviamo il bambino girare la testa da un altra parte quando non vuole più il latte per rifiutare il seno materno. In questa maniera impariamo da subito la valenza di determinati gesti e impariamo a ricorrervi per esprimere accordo e disaccordo.

L'origine evolutiva di alcuni di questi gesti è da ricondursi al nostro passato "animale". Scoprire i denti e dilatare le narici sono azioni che indicano un atteggiamento aggressivo e sono segnali primitivi usati dai primati per manifestare il loro intento di attaccare o difendersi a chi si trova loro difronte. La dilatazione delle narici consente un maggior afflusso di aria, quindi ossigeno, poco prima di una reazione di "combatti o fuggi".

Bisogna però ricordare che, cosi come nel linguaggio abbiamo delle forti variazioni da cultura a cultura, anche alcuni segnali del corpo variano...ma di queste differenze ce ne occuperemo in un altro post.

Ecco le tre regole principali per leggere correttamente i segnali che il corpo del nostro interlocutore ci invia:

1) Leggere i gesti nell'insieme. L'errore più comune e sicuramente anche quello più grave che la gente compie dopo aver seguito un corso sulla comunicazione non verbale o letto un libro sull'argomento, è quello di interpretare qualsiasi gesto isolato come indicatore affidabile delle intenzioni del nostro interlocutore. Il linguaggio del corpo deve essere invece paragonato ad un qualsiasi altro linguaggio orale, composto da parole, frasi e punteggiature. I gesti possono essere tranquillamente paragonati alle parole e come queste possono avere più significati (come ad esempio nella lingua inglese).
Solo quando collochiamo un termine nel contesto di una frase, assieme ad altri, ne comprendiamo con certezza il senso. Ala stessa maniera i gesti si combinano in frasi, quindi in gruppi, che ci svelano i veri sentimenti e atteggiamenti delle persone. Un insieme di gesti, per poter essere letto correttamente deve contenere almeno tre gesti. Nei prossimi post vi descriverò varie combinazioni di segnali non verbali.

2) Attenzione alla coerenza. Diversi studi hanno dimostrato che i segnali non verbali hanno un impatto cinque volte maggiore di quelli verbali e che,quando tra di essi c'è discordanza, un soggetto fa affidamento sul messaggio non verbale (in particolar modo le donne).
Se vedeste uno dei nostri politici (e sicuramente lo vedrete) mentre è dietro una scrivania o un leggio affermare con sicurezza (a voce) ma con le braccia conserte e il mento abbassato (atteggiamento critico, ostile) di essere sensibile alla idee dei giovani, gli credereste? E se tentasse di persuadervi della veridicità delle sue parole colpendo ripetutamente la scrivania con il taglio della mano?

Freud descrisse il caso di una sua paziente che, pur affermando di essere contenta del matrimonio, continuava a sfilare e infilare la fede dal dito. Quando la donna parlò dei suoi problemi coniugali Freud non ne rimase affatto colpito essendo consapevole del suo significato.

3) Leggere i gesti nel contesto. Tutti i gesti devono essere valutati nel contesto in cui vengono effettuati. Se ad esempio in una fredda giornata d'inverno incontrate un amico alla fermata dell'autobus in posizione di chiusura, con braccia e gambe conserte, probabilmente cerca semplicemente di proteggersi dal freddo. Se lo stesso amico ha la stessa postura ad una cena a casa di amici mentre proponete un'idea o il vostro punto di vista su un argomento, beh, probabilmente non apprezza il vostro intervento.

Nei prossimi articoli vi svelerò comunque altri trucchi per individuare i segnali del corpo in maniera efficacie...per oggi è tutto.

Ciao,
Antonio

lunedì 23 agosto 2010

Sviluppo Personale - Riprogrammare l'immagine di se

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Oggi facciamo una piccolo pausa dallo studio delle microespressioni facciali e da Paul Ekman e torniamo a parlare di sviluppo personale.
Quello che vi propongo è un esercizio che trovo veramente bello e che può aiutare ognuno di noi a riprogrammare l'immagine che abbiamo di noi stessi.
Paul McKenna, uno dei miei ipnoterapeuti preferiti nell'ambito del potenziamento personale e non solo, scrisse in suo libro: i programmi chiave del comportamento umano sono l'abitudine e l'immaginazione ed esse sono molto più potenti della logica e della forza di volontà. Come non essere d'accordo con questa citazione, e che si occupa o si interessa alla PNL e all'Ipnosi sa il perché.
Il nostro corpo risponde molto di più all'immaginazione che non ad un semplice comando profuso oralmente. Ecco perché il modo in cui vi rappresentate nella vostra immaginazione è una grandissima spinta per il miglioramento della vostra stessa vita.

Mettersi ogni mattina davanti allo specchio e recitare alla propria immagine riflessa: sono il migliore, sono il migliore ecc...non è propriamente il top per la crescita e lo sviluppo personale, almeno che non riuscite a creare una vera sensazione di "grandezza" nello stesso momento in cui fate il vostro esercizio ;)

Il potere delle visualizzazioni è noto ormai da tempo. Ne è un esempio la testimonianza di Michelangelo quando gli fu chiesto come facesse a scolpire angeli di cosi rara bellezza. La sua risposta: "Io vedo l'angelo nella pietra e rimuovo tutto quello che sta attorno".
Quelle immagini lo guidavano nella sua opera.

Il concetto di base del riprogrammare l'immagine che avete di voi stessi è non tanto una questione di assomigliare alla persona che vorreste essere quanto riconoscere la bellezza della persona che già siete.

Ecco l'esercizio che vi aiuterà a creare a mettere in pratica quanto detto:

1) rilassatevi per qualche momento e respirate profondamente. Man mano che i muscoli si rilassano, diventerà più facile liberare l'immaginazione
2) ora immaginate di avere davanti una copia di voi stessi: è l'io più splendido che riuscite ad immaginare, il vostro io autentico
3) abbandonatevi alla sensazione di completa felicità in compagnia di questo vero Io. Osservatene il portamento, il modo di respirare, di sorridere e di parlare. Osservate come parla agli altri, come affronta i problemi e come persegue i propri obiettivi
4) A questo punto fate un passo avanti e riunitevi a questo vero "Io". Guardate attraverso i suoi occhi, ascoltate con le sue orecchie, sentite come è bello vivere in lui!!!
5) Concludete la sessione di riprogrammazione dedicando un minuto a sognare ad occhi aperti su come cambierà la vostra vita mano a mano che vivrete seguendo questo vero Io. Potete immaginarvi di vivere autenticamente qualsiasi situazione del passato, del presente e del futuro
(Paul McKenna - Cambia la vita in 7 giorni)

Piaciuto??? Beh, spero proprio di si. Io lo trovo veramente una piccola chicca all'insegna dell'automiglioramento e della riscoperta di noi stessi. Fate questo esercizio ogni, almeno per una settimana (o di più se preferite, non ci sono contro indicazioni).

Ciao a tutti..alla prossima,
Antonio

domenica 22 agosto 2010

Microespressioni - la mimica della Rabbia

microespressioni, espressioni, rabbia, paul ekman

Ciao a tutti.
Oggi riprendiamo a parlare delle microespressioni facciali ed in particolare della Rabbia. Paul Ekman ritiene questa l'emozione più pericolosa. Quando ci arrabbiamo infatti corriamo il rischio di far del male in maniera volontaria a qualcuno. Chiunque sperimenta questo sentimento di tanto in tanto. Chiaramente ci sono diversi modi per manifestarla e non tutti passano per l'aggressione fisica. Il motivo per cui ci si arrabbia più di frequente? Sicuramente quando ci sentiamo frustrti. Quando percepiamo qualcuno, o qualcosa, come ostacolo al raggiungimento del nostro obiettivo. Più diventiamo consapevoli che chi ci ostacola lo fa in maniera malevola e consapevole, più il sentimento di avversione cresce. Di certo la società ci insegna sin da piccoli le regole di espressione di questa emozione. La rabbia è uno dei sentimenti più repressi e da qui ne deriva anche la sua pericolosità. Covare un risentimento e non trovare una maniera, la più genuina possibile, per affrontare la situazione frustrante, può portare a conseguenze gravissime...ma andiamo avanti con lo studio della microespressione di questa emozione o facciamo notte vista la complessità di questo tema in cui sto cominciando ad addentrarmi ;)

La mimica della rabbia
La prima precisazione da fare sulla mimica di questa microespressione è che la rabbia si manifesta su tutte e tre le zone del viso. Le mimiche incomplete possono portale facilmente a conclusioni errate, in questa emozione più che nelle altre...

Nella rabbia:
- le sopracciglia sono abbassate e ravvicinate
- tra le sopracciglia compaiono rughe verticali
- la palpebra inferiore è tesa ma non per forza sollevata
- la palpebra superiore è tesa e spesso abbassata per via dell'azione delle sopracciglia
- lo sguardo è fisso e gli occhi possono apparire sporgenti
- le labbra posso assumere 2 conformazioni di base: fortemente serrate con gli angoli dritti oppure leggermente abbassati; aperte e tese, fortemente squadrate come nel "grido"
- le narici possono essere dilatate ma questo non è un segno di distinzione della rabbia: può apparire infatti anche nella tristezza

Potete aiutarvi nell'individuazione della rabbia leggendo il resto del linguaggio del corpo che di solito comunicherà tensione nella postura e in tutta una serie di gesti (come ad esempio lo stringere un pugno o la postura eretta e rigida)

Buona domenica pomeriggio,
Antonio

sabato 21 agosto 2010

Paul Ekman & Dalai Lama - Felicità Emotiva

Oggi vorrei parlarvi ancora di Paul Ekman, ma in una chiave diversa. Volevo presentarvi il suo ultimo libro scritto in collaborazione con il Dalai Lama. Niente microespressioni almeno per questo mosto dedicato ad Ekman, ma semplicemente emozioni, perchè proprio a loro è dedicato questo titolo uscito in Italia a Giugno 2010.

Le emozioni stanno alla base di tutte le nostre azioni, dalle più virtuose alle più malvagie.

Ci possono salvare la vita, permettendoci di agire in fretta, ma possono anche rovinarci per sempre. Senza emozioni non ci sarebbero empatia, compassione, eroismo, ma nemmeno crudeltà, egoismo o disprezzo. Indispensabile, quindi, imparare a conoscerle e trovare il giusto equilibrio.

Il grande maestro buddista e lo psicologo americano pioniere nella scienza delle emozioni ci guidano alla ricerca della giusta via per trovare la felicità emotiva, attingendo alla millenaria saggezza buddista e alla più avanzata scienza occidentale.

Un libro facile e concreto che può cambiare il modo in cui guardiamo a noi stessi.

Un leader spirituale erede di una cultura millenaria e lo psicologo che ha contribuito a definire la moderna scienza delle emozioni mettono a confronto il loro pensiero, tracciando un percorso comune per la costruzione della felicità. Le emozioni stanno alla base di tutte le nostre azioni, dalle più virtuose alle più malvagie. Possono salvarci la vita, o rovinarcela per sempre.

Quali sono le fonti di odio e compassione?

Cosa ci rivela la scienza in merito alla meditazione di stampo orientale,

e quale vantaggio trae quest'ultima dal metodo scientifico?

Cosa sono le emozioni distruttive e come vanno fronteggiate?

Come trovare l'equilibrio e, in ultima analisi, la felicità?

L'apporto del Dalai Lama è quello di uno studioso e di un praticante dell'approccio interiore: Sua Santità contribuisce all'analisi sia in qualità di maestro contemplativo, sia come rappresentante degli insegnamenti del buddismo.

Ekman, invece, è un esperto dello studio sperimentale dei sentimenti primari e della loro manifestazione corporea, specializzato nel riconoscerne e valutarne la traduzione espressiva.

Insieme ci offrono una sintesi e un "metodo" per costruire il nostro benessere interiore, unendo il meglio delle rispettive tradizioni in un piacevole dialogo che conserva intatta l'atmosfera dell'incontro e il carattere peculiare di questo scambio di idee. Felicità emotiva è un'opera illuminante che ci conduce attraverso un percorso di trasformazione alla scoperta di noi stessi.

Buona Lettura,
Antonio

venerdì 20 agosto 2010

Microespressioni - la mimica del Disgusto



Ciao a tutti.
Rieccoci a parlare di Paul Ekman e delle mimiche delle emozioni universali. Oggi è il turno del disgusto e quindi anche del disprezzo che, pur non essendo un emozione universale è presa in grande considerazione negli studi sulle microespressioni.
Credo sia superfluo parlare in questo post di quando proviamo disgusto. E' sicuramente una delle emozioni che sperimentiamo spesso davanti ad un cibo che non ci piace, un odore nauseante e a qualsiasi cosa, persona, pensiero che riteniamo essere repellente.
Passiamo quindi direttamente a parlare della mimica.

Mimica del disgusto
Innanzitutto bisogna tener presente che il disgusto si presenta principalmente nella parte bassa del viso.

- il labbro superiore è sollevato
- anche il labbro inferiore e sollevato e premuto contro il labbro superiore; oppure può risultare abbassato e lievemente protuso
- il naso è arricciato
- le guance sono sollevate
- compaiono pieghe sotto la palpebra superiore, che risulta essere sollevata ma non tesa
- le sopracciglia sono abbassate, spingendo in questo modo verso il basso le palpebre superiori

La mimica del disgusto e quella della rabbia vengono spesso confuse tra loro quando si inizia il training per il riconoscimento delle microespressioni e comunque, questo è quello che accade anche nella vita di tutti i giorni quando tiriamo ad indovinare su quello che la persona difronte a noi sta provando.
Vi posso dire in anticipo che la parte a cui prestare attenzione quando dove discriminare tra le due microespressioni sono sicuramente le sopracciglia. In entrambe le mimiche sono abbassate con l'effetto di far socchiudere gli occhi. La differenza sta nel fatto che nella rabbia le stesse convergono verso il centro del volto andando solitamente a creare delle "pieghette" verticali proprio sopra al naso (e non il naso arricciato del disgusto).
Tranquilli...con l'allenamento imparerete a distinguerle in maniera veloce ed accurata ;)


La mimica del disprezzo
Innanzitutto bisogna ricordare che il disprezzo è l'unica microespressione la cui mimica è unilaterale. A sollevarsi infatti è solo una parte del labbro (a volte scoprendo anche di poco i denti) quando è più accentuato, una sorta di ghigno da cui traspare una nota di scherno. Nella maggior parte dei casi, però, quest'emozione si accende sul viso per un attimo, sollevando in maniera appena percettibile il labbro superiore.

Per qualsiasi domanda non esitate a contattarmi o a commentare.
Ciao a tutti,
Antonio

giovedì 19 agosto 2010

Paul Ekman - METT e certificazione on-line



Ebbene si...sul sito ufficiale di Paul Ekman potrete acquistare il METT (Microexpression traing tool) ed esercitarvi a riconoscere le microespressioni delle 6 emozioni universali (in realtà sono 7 aggiungendo il disprezzo).
Esistono 2 versioni del METT a 2 prezzi differenti. Una, quella più vecchia, costa solo 20$ ed è quella sulla quale mi sono allenato io negli ultimi anni. La seconda, METT2, costa 69$ ed è stata aggiornata con nuove facce (finalmente!!!) . La cosa più importante? A chi supera il training con l'80% di risposte esatte o maggiore verrà rilasciata una certificazione "satisfactory level"; chi invece otterrà un punteggio superiore al 95% delle risposte esatte riceverà invece una certificazione "expert level" .

Inoltre, per tutti coloro che vogliono mettersi alla prova prima dell'acquisto, vi è una versione demo che da a tutti la possibilità di esercitarsi con 6 microespressioni.

PS: mi dimenticavo di dirvi che il METT è solo on-line, è stato infatti deciso di eliminare la versione download (credo per evitare che comincino a girare copie pirata).

Ciao a tutti,
Antonio

martedì 17 agosto 2010

PNL - Cold Reading - Impariamo a leggere la sfera di Cristallo



Nuovamente....Ciao a tutti. Oggi ho ancora voglia di scrivere :)

Questa volta l'ispirazione parte dal post scritto qualche tempo fa dalla dott.ssa Valentina Cisternino (ndr. mia grande "amica") sul suo blog valentinacisternino.blogspot.com, nel quale parla dei segreti degli pseudo medium e di coloro i quali, sostengono di avere poteri psichici.

Quello che vi propongo di seguito è un esercizio che vi aiuterà a capire i meccanismi che vi consentiranno di leggere la storia presente, passata e futura dei vostri interlocutori, anche se è la prima volta che ve li trovate davanti.

Per praticare l'esercizio qui di seguito presentato dovreste avere per lo meno un po di conoscenze delle tecniche di calibrazione e della lettura dei segnali del non verbale di chi vi sta di fronte (argomenti che comunque tratterò in questo blog man mano che il tempo lo permetterà). Inoltre è molto utile per chi desidera affinare le proprie capacità di comunicazione ipnotica per indurre la trance. L'insieme delle tecniche per acuire le vostre facoltà "psichiche" si chiama cold reading(lettura a freddo) e sono le stesse utilizzate da mentalisti, illusionisti e pseudo maghi nelle loro prestazioni. Il cicap ha recentemente pubblicato un libro in italiano sull'argomento che potete trovare sul loro sito ufficiale.

ndr. per l'esercizio scegliete un partner di cui non conoscete nulla affinchè possiate rendervi conto effettivamente dei vostri nuovi poter acquisiti.

Mettetevi difronte al soggetto. Cominciate a formulare domande generiche per fare conoscenza. In questa maniera potrete calibrare i SI e i No, l'accordo e il disaccordo.
Cominciate dicendo qualcosa del tipo: "Bene, adesso leggerò nella sfera di cristallo (o nel palmo della tua mano), e ti dirò qualcosa di significativo del tuo passato."
Mentre dite ciò, chiudete le mani in avanti come se reggeste la sfera e guardateci dentro. Se avete calibrato bene è probabile che anche il vostro interlocutore faccia lo stesso. Per creare rapport un consiglio potrebbe essere quello di muovere su e giù la sfera di cristallo mentre il vostro amico inspira ed espira.
Poi cominciate dicendo ad esempio: "mentre guardo nella sfera magica...vedo una fitta nebbia che avvolge il tuo passato...e mentre la nebbia si fa pian piano meno fitta, sembra emergere una figura...una figura molto importante del tuo passato". Fate una pausa fino a che l'attenzione del vostro interlocutore non sia focalizzata sulla sfera e non abbia avuto il tempo di identificare una persona nel suo passato. Quindi dite... "sembra un uomo...". Adesso aspettate che il vostro compagno dia un gesto di assenso o disaccordo. Se vedete un minimo cenno di disaccordo (cio vorrebbe significare che ha già scelto consciamente o inconsciamente una donna), a quel punto dite..."no, è una donna...ora che la nebbia si sta diradando la vedo in maniera più nitida"...da questo esempio potrete proseguire per tutta la durata della lettura "magica". Dividete il mondo in classi binarie come: è biondo / è bruno, è + vecchio di te / è + giovane di te, ti era vicino / non ti era vicino...ecc...

Con un pò di allenamento diventerete veramente convincenti...inoltre è un ottimo esercizio per sviluppare le proprie capacità di rispecchiamento e di lettura del non verbale...

Adesso spengo il Pc...per oggi basta a scrivere ;)
Antonio

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Sviluppo Personale - Professione Coach



Oggi la voglia di scrivere mi accompagna e quindi ho deciso di raddoppiare il numero di post giornalieri :)

Voglio cogliere quindi l'occasione di introdurre un altro tema che voglio affrontare in questo blog e che è per l'appunto quella dello "sviluppo personale". Un tema che ha molte sfacettature e che ho deciso di incominciare a trattare parlando di una delle professioni più di discusse ma anche nuove ed affascinanti del settore: il personal coach.

In particolar modo voglio parlarvi del "life coach", ossia quella figura che aiuta i propri clienti a trovare nuove strategie per affrontare la propria vita.

Innanzi tutto è d'obbligo chiarire una questione molto importante e dibattuta: il coaching non è terapia. Questo dev'essere ben chiaro sia a chi si rivolge ad un coach sia al coach stesso.
Il coach aiuta a dare una direzione alla vita del proprio cliente, aiutandolo quindi a formulare il suo obiettivo di vita. Da qui può cominciare a lavorare sulle convinzioni limitanti, aiutando la persona a sbloccare le proprie resistenze e cominciando quindi a ridisegnare le strategie di base della sua vita privata e/o professionale.

Da queste breve e generale descrizione di quello che fa un "life coach" non dovrebbe essere difficile per nessuno capire il perchè del successo che questa tipologia di professione sta riscuotendo in tutto il mondo occidentale. Ognuno di noi sente di essere destinato a qualcosa di grande. Sentiamo quella forza spingere dentro di noi senza saperle dare un nome. Il più delle volte lasciamo perdere i nostri sogni, li etichettiamo come irrazionali e irrangiungibili e continuiamo per la nostra strada anche se crediamo che non sia quella la direzione giusta per noi. Siamo vittime inconsapevoli degli insegnamenti e delle credenze dei nostri genitori, di quello che i media ci propinano ogni giorno e la via più facile per la maggior parte della gente è cedere a queste pressioni. Un bravo "life coach" può insegnarci proprio questo...a credere in noi stessi e liberarci da tutte le nostre convinzioni limitanti, le stesse che ci ancorano ad una vita che sentiamo non appartenerci.

Migliorare la nostra vita sociale, il nostro stato economico e più in generale il modo di guardare alla vita...ecco cosa può fare per noi il nostro "life coach".

Gli strumenti del coach sono quelli tipici della PNL: time line, metaprogrammi, livelli logici, scambio di submodalità e tanti altri ancora...che vedremo nel dettaglio nei prossimi post.
Tanti sono i corsi per diventare un esperto in questo settore (basta digitare coach su google), ma per la mia esperienza, il modo migliore per acquisire le competenze per diventare un bravo formatore, è sicuramente quello di intraprendere la formazione accademica in psicologia affiancata da un buon percorso in PNL.

Vi consiglio la lettura di questo e-book per approfondire l'argomento:
Ebook coach 360° di Giacomo Bruno

Ciao a tutti,
Antonio


Microespressioni - la mimica della Paura



Ciao a tutti.
Rieccoci a parlare delle microespressioni delle 6 emozioni universali e quindi di Paul Ekman. Oggi è il turno della paura.
Tutti noi conosciamo quelli che sono gli avvenimenti che possono far scaturire in noi quello stato d'animo che identifichiamo come "paura". Bisogna però ricordare che non esistono eventi universalmente riconosciuti come paurosi. L'esempio classico utilizzato dalla psicologia è quello della vista di un orso mentre attraversiamo un bosco. Siamo certi che il turista che si troverà difronte all'animale mentre è intento nel fotografare le bellezze del paesaggio rimarrà terrorizzato dalla vista del nostro orso e metterà in atto un comportamento di "freezing" oppure se la darà a gambe per allontanarsi dal pericolo. Diversa sarà la reazione del cacciatore che è nei boschi per una battuta di caccia. Quando quest'ultimo si troverà faccia a faccia con l'animale è molto probabile che proverà eccitazione e non paura.
Questo esempio ci fa capire perchè non è detto che tutte le persone debbano reagire alla stessa maniera davanti ad un medesimo evento...la parola magica è sempre "contestualizzare" prima di arrivare ad una conclusione...

La mimica della Paura
- le sopracciglia sono sollevate e ravvicinate
- le rughe della fronte sono al centro (nella sorpresa attraversano tutta la fronte)
- la palpebra superiore è sollevata, scoprendo la sclerotica, quella inferiore è contratta e sollevata
- la bocca è aperta e le labbra sono leggermente tese o stirate all'indietro.

Anche la paura come la sorpresa passa in maniera graduale da un espressione di lieve apprensione ad una di terrore estremo. Ad indicarlo sono le zone del viso in cui si manifesta. Infatti la paura si può presentare in solo 2 zone del viso e non nella terza, dando vita ad una mimica incompleta che è comunque espressione dello stato d'animo interno.

Paura e sorpresa sono spesso confuse tra loro per via dei movimenti che coinvolgono sopracciglia e palpebre, che ad un occhio inesperto possono sembrare molto simili. Le sopracciglia della sorpresa sono inarcate e distanti tra di loro. Quelle della paura sono sempre sollevate, ma tendono ad avvicinarsi (spostandosi verso il centro) e a rimanere più dritte. Per quel che riguarda le palpebre bisogna prestare attenzione invece alla tensione della palpebra inferiore (sempre nella paura). In generale, nell'espressione di paura c'è più tensione nel viso, anche per quello che riguarda le labbra....

Per tutti coloro che volessero approfondire il tema delle microespressioni consiglio il libro di Paul Ekman "Giù la Maschera", dove oltre a trovare tutte le mimiche delle diverse emozioni avrete la possibilità di esercitarvi nel riconoscimento delle stesse seguendo i consigli dell'autore.

Spero che abbiate trovato questo post interessante....
Un saluto,
Antonio

lunedì 16 agosto 2010

Emozione o Emblema???



Ciao a tutti...

Prima di continuare con le mimiche delle altre emozioni universali mi è sembrato opportuno chiarire al meglio il concetto di "emblema" rapportato al tema delle emozioni umane.

Come abbiamo visto nei post precedenti ad ogni espressione (o microespressione) partecipano diversi muscoli del volto. Queste differenti muscoli possono agire tutti insieme per dar forma alla mimica completa di una determinata emozione, in gruppi di 2 o più muscoli o ancora, in maniera isolata. Abbiamo anche visto che per determinare l'autenticità di emozione bisogna seguire determinate regole base, come ad esempio il tempo di reazione e la sua collocazione all'interno di un discorso.

Altre volte ancora, noi utilizziamo alcune mimiche parziali di determinate espressioni con un intento ben preciso (in maniera conscia) che può avere valore sociale ma anche personale e che non devono essere interpretate come manifestazione di un emozione. In questo caso parliamo di "emblema".

Ad esempio. Innarcare le sopracciglia ed aprire le palpebre (mimica della sorpresa) viene utilizzato spesso per salutare una persona che incrociamo per strada e non indica una vera sorpresa...è un gesto che ha il suo significato ben preciso sia per chi lo mette in atto che per chi lo percepisce (almeno per la cultura occidentale).

Ancora...sempre le "sopracciglia della sorpresa" vengono utilizzate da molte persone quando parlano come segni di interpunzione per segnare il ritmo del discorso oppure per sottolineare determinate parole durante l'eloquio. Ricorda: la vera sorpresa è quella che appare per una un tempo brevissimo sul volto.

Quanto detto per le sopracciglia della sorpresa vale per tutte le altre mimiche incomplete che vengono utilizzate in maniera piuttosto manifesta dal nostro interlocutore e che non devono essere considerate come espressione dell' emozione che in quel momento il soggetto sta sperimentando.

Per tutti coloro che volessero approfondire il tema delle microespressioni consiglio il libro di Paul Ekman "Giù la Maschera", dove oltre a trovare tutte le mimiche delle diverse emozioni avrete la possibilità di esercitarvi nel riconoscimento delle stesse seguendo i consigli dell'autore.

Buona serata a tutti,
Antonio

domenica 15 agosto 2010

Microespressioni - La mimica della Sorpresa




Ciao a tutti. Oggi iniziamo il nostro viaggio all'interno delle microespressioni parlando della "sorpresa" , una delle sei emozioni universali.

Come noi tutti sappiamo, ciò che ci sorprende è ciò che colpisce la nostra attenzione in maniera inaspettata, facendoci sobbalzare dalla sedia sulla quale siamo seduti oppure facendoci esclamare "ooohhhhhhh" o ancora, un'affermazione fatta dal nostro interlocutore che disegna sul nostro viso un punto interrogativo come per dire, "veramenteeeeeeeeeeeee....".

Esistono quindi microespressioni che indicano diversi livelli della sorpresa, da quella più lieve a quella estrema e ben quattro tipi di espressioni differenti.

I 4 tipi di sorpresa:

Sorpresa interrogativa quando a partecipare all'espressione sono solo occhi e sopracciglia.
Sorpresa sbalordita quando a partecipare all'espressione sono solo occhi e bocca.
Sorpresa annoiata quando a partecipare all'espressione sono solo sopracciglia e bocca.
Sorpresa quando a partecipare sono tutti e tre le zone del viso. Mimica completa.

Mimica della sorpresa

- sopracciglia sollevate ed incurvate
- la pelle sotto il sopracciglio è stirata
- rughe orizzontali che attraversano tutta la fronte
- le palpebre aperte, quella superiore sollevata quella inferiore abbassata. Il bianco degli occhi è visibile sopra l'iride e spesso anche sotto.
- la mascella si abbassa, labbra e denti si dischiudono ma non c'è tensione o stiramento della bocca

La sorpresa viene spesso utilizzata nei vari contesti sociali per mascherare la paura, vista la somiglianza fra le 2 espressioni. Il modo migliore per riconoscere se un'espressione sia naturale o manipolata dall'individuo stesso è contestualizzarla all'interno della situazione o del discorso e fare attenzione ai tempi di reazione (quanto dura) e alla sua collocazione temporale (in che posizione del discorso appare). Ma di questo e della differenza tra espressioni sincere ed emblemi parleremo nei prossimi post.

Per tutti coloro che volessero approfondire il tema delle microespressioni consiglio il libro di Paul Ekman "Giù la Maschera", dove oltre a trovare tutte le mimiche delle diverse emozioni avrete la possibilità di esercitarvi nel riconoscimento delle stesse seguendo i consigli dell'autore.

Ciao a tutti,
Antonio


sabato 14 agosto 2010

Paul Ekman Vs Cal Lightman




Nel post precedente [scritto ahimè mesi e mesi fa :(] ho parlato di una serie televisiva di sicuro interesse per tutti coloro appassionati di comunicazione non verbale e non solo. Avevo fatto riferimento al fatto che il personaggio interpretato magistralmente da Tim Roth (attore che io adoro) fosse ispirato a Paul Ekman, il più grande ricercatore nel campo delle espressioni umane.
In questo post ho deciso di darvi maggiori informazioni su questo grande scienziato.

Paul Ekman è stato professore di Psicologia all'università della California (UCSF) fino al 2004. Il suo più grande contributo alla psicologia moderna è costituito dalle sue ricerche sulle emozioni umane e l'universalità delle espressioni ad esse associate, considerate infatti di origine biologiche e con funzione altamente adattive per la vita dell'uomo. Questa teoria si basa sulle intuizioni, a loro tempo denigrate ed accantonate, di Charles Darwin. Nel suo libro "the expression of emotion in man and animals" il grande biologo metteva a confronto infatti le espressioni del mondo animale con quelli degli essere umani, creando un continuum nella filogenesi delle stesse.

Secondo Ekman le emozioni universali sono 6: rabbia, felicità, disgusto, sorpresa, paura e tristezza. Quando si parla di universalità si parla di espressioni geneticamente determinate e non influenzate dalla cultura di appartenenza e dai tratti di personalità.

A confermare le sue teorie sono arrivati tanti studi empirici fra i quali quelli svolti negli anni 70 su una popolazione della Nuova Guinea che non aveva mai avuto contatti con la cultura occidentale.

Un altra scoperta fondamentale di Ekman è quella che riguarda l'esistenza delle microespressioni, che flashano sul viso per circa 1/5 di secondo rivelando il vero stato d'animo della persona e che sono impossibile da mascherare in quanto inconsce. La problematica principale legata allo studio delle espressioni umane è che noi tutti siamo abituati a mascherare determinate emozioni perchè, sin da piccoli, ci hanno insegnato vere e proprie regole sociali di regolazione delle espressioni. Questo porta quindi a simulare alcune espressioni (ad esempio ci mostriamo felici quando la nostra zia ci regala il maglione più brutto che abbiamo mai visto per non ferire i suoi sentimenti) e a mascherarne altre (magari siamo ancora arrabbiati con un nostro amico che ci ha chiesto scusa per ciò che ha fatto ma mostriamo un sorriso "sociale" per fargli comunque intendere che lo vogliamo perdonare).

Un altro passo importante nella ricerca delle espressioni umane è sicuramente la realizzazione del FACS (facial action codyng system) messo a punto da Ekman e che permette la codifica di qualsiasi espressione e/o microespressione a partire dal movimento dei muscoli facciali che agiscono in sincrono per crearla.

Grazie a questo metodo è stato dimostrato che noi uomini non riusciamo ad utilizzare consciamente tutti i muscoli che intervengono nella creazione di determinate espressioni e questo ci permette di capire chi sta simulando. Ad esempio per distinguere un sorriso "sincero" (sorriso Duchenne) da uno "sociale" è quello di notare se si creano le cosiddette "zampe di gallina" all'esterno degli occhi. Questo perchè questo fenomeno è legato all'utilizzo di un muscolo, l' "orbicularis oculi", impossibile da controllare volontariamente. L'altro muscolo che interviene nel sorriso è invece lo "zigomatico".

Chiudo qui questa breve biografia di Paul Ekman con la promessa di inserire in altri post maggiori informazioni e più dettagliate sul lavoro di questo grande ricercatore.

Ciao a tutti
Antonio