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Ricominciamo....
Nell'articolo precedente sui segnali rivelatori dell'inganno abbiamo preso in considerazione la morfologia delle diverse espressioni facciali e ho cercato di darvi delle indicazioni su dove andare a cercare gli indizi che potrebbero aiutarci a capire se una persona stia o meno cercando di simulare una determinata espressione.
Ora prenderemo in esame un'altra tipologia di indizi: i tempi.
Potete infatti accorgervi del controllo esercitato dal vostro interlocutore su di una determinata mimica prestando molta attenzione ai tempi: quanto ci mette un'espressione ad apparire sul volto? Quanto a lungo rimane prima di cancellarsi o lasciare il posto ad un'espressione diversa? Scompare di colpo o gradualmente?
Come dovreste aver già capito leggendo tutti gli altri post scritti sull'argomento "microespressioni" anche in questo caso non esiste una regola generale che sia chiara, universale e soprattutto sbrigativa.
I tempi, innanzitutto, dipendono dal contesto sociale. E' vero anche che i parametri richiesti da ogni situazione possono essere molto precisi. Proviamo a fare un esempio chiarificatore. Supponiamo di fingere divertimento quando un amico noto per le sue barzellette insulse ce ne racconta l'ultima: il tempo di avvio del sorriso dipende da come si arriva alla battuta finale (bruscamente o gradualmente) e dal tipo di battuta (fulminante o prolungata); la durata, da quanta è buffa la barzelletta, se ne segue subito un altra, ecc...; infine, la scomparsa brusca o graduale dipende da quello che si dice subito dopo, dalla reazione che abbiamo con l'amico, ecc..
Nel fingere divertimento, tutti conoscono la morfologia (o almeno spero visto i numerosi post scritti sull'argomento :) ), ma non tutti sono altrettanto bravi nella regolazione dei tempi di avvio, durata e scomparsa del sorriso.
Se osservate con attenzione, imparerete ad accorgervi di quando i tempi sono sbagliati, indizio questo che può essere cruciale per scoprire la simulazione.
Collocazione
Strettamente collegato ai tempi di un espressione facciale è la sua collocazione nel corso della conversazione, ossia, a che punto compare rispetto alle parole pronunciate, e la sua giustapposizione ai movimenti del corpo.
Facciamo ancora un esempio.
Supponiamo di simulare la collera, dicendo ad una persona che non sopportiamo il suo comportamento, quanto in realtà non ce ne può fregar de meno :)
Se ci si aspetta che siamo arrabbiati, per essere convincenti, vorremmo mostrarlo anche con il viso e non solo con le parole. Importante è quindi a che punto collochiamo il segnale mimico: se arriva in ritardo dopo la dichiarazione (mi hai scocciato....1,5 secondi...espressione arrabbiata) risulta poco credibile. Se invece la precede non è un indizio di simulazione, purchè prosegua insieme alle parole: daremo cosi l'impressione di riflettere, per decidere se dire o no che siamo in collera, e come dirlo.
La giustapposizione ai movimenti del corpo esige una maggiore coincidenza. Immaginiamo che oltre a dire "mi hai scocciato" e mostrare la faccia arrabbiata, diamo anche un pugno sul tavolo: se non è sincronizzata con il gesto la mimica sembra finta.
Per oggi è tutto....nel prossimo post approfondiremo l'ultimo degli indizi rivelatori dell'inganno: le microespressioni.
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