Nei post precedenti abbiamo parlato delle microespressioni facciali delle 6 emozioni principali, dei principali libri sull'argomento, del METT e del FACS e della differenza tra emblemi ed espressioni.
Un post riassuntivo lo trovate qui.
Oggi cominciamo a parlare della finzione e degli indizi che possono risultare utili per riconoscere una espressione genuina da una volutamente forzata. Analizzeremo per iniziare la morfologia di ogni singola espressione indicando la zona della faccia alla quale prestare maggiore attenzione per verificare se il nostro interlocutore sta cercando o meno di nascondere una particolare emozione.
Cominciamo.
La Sorpresa
Quella della sorpresa è sicuramente l'espressione più facile da simulare perchè i movimenti della bocca e della sopracciglia sono utilizzati come emblemi di varia natura. L'unico indizio rivelatore di una sorpresa simulata può essere solo l'assenza delle palpebre sollevate ma rilassate. Uno sguardo del genere può chiaramente indicare anche semplicemente una sorpresa meno interessata...una buona analisi del contesto in questo caso può aiutarvi a capire se è in atto un tentativo di simulazione o meno.
Come vedremo nei prossimi post, nel caso della sorpresa possono essere più utili altri indicatori per capire se ci troviamo difronte ad una espressione genuina come ad esempio la scelta dei tempi.
La Paura
Quando una persona sceglie di simulare la paura probabilmente risulterà avere uno sguardo fisso e farà una smorfia tipica di quest'espressione con la bocca. Detto questo, a livello della morfologia facciale, un ottimo indizio per capire se ci troviamo difronte ad una persona veramente impaurita è quella di concentrare il nostro sguardo sulla zona delle sopracciglia e della fronte per vedere se rimane inespressiva (prestate particolare attenzione alla presenza o meno delle rughe centrali).
Anche in questo caso il consiglio è...contestualizzate sempre!!!! un'espressione del genere potrebbe anche indicare uno spavento inorridito nella quale le sopracciglia non intervengono...
La Rabbia
Per quel che riguarda gli indizi derivanti dalla morfologia della sua espressione facciale la rabbia è sicuramente l'emozione più facile da simulare. Il coinvolgimento o meno delle varie aree del viso può non offrire chiari indizi rivelatori. Ad esempio le sopracciglia aggrottate della rabbia vengono spesso utilizzate come segno di interpunzione durante l'eloquio. L'unico elemento mancante nella collera simulata può essere la tensione nella palpebra inferiore, indizio veramente sottile da individuare.
Quando si finge un'altra emozione per mascherare la rabbia, invece, essa può trasparire dalla sguardo fisso e nelle sopracciglia ravvicinate, oltre che dalla tensione della palpebra inferiore.
Il Disgusto
Anche il disgusto è molto facile da simulare. Basti pensare che ci sono almeno tre parti della mimica di questa espressione utilizzate spessissimo come emblemi: il naso arricciato, il sollevamento di un angolo della bocca oppure il labbro superiore sollevato. Inoltre nella mimica del disgusto le sopracciglia e la fronte intervengono ben poco, quindi l'assenza di movimenti facciali a questi 2 livelli non possono essere utilizzati come indicatori efficaci.
Il disgusto è usato spessissimo per mascherare la rabbia. Possiamo capirlo ponendo attenzione alle sopracciglia abbassate e ravvicinate (tipiche della collera) oppure dallo sguardo fisso e teso unito alla mimica della parte inferiore della faccia tipica del disgusto.
La Tristezza
Chi di solito simula la tristezza abbassa lo sguardo e atteggia la bocca con la smorfia tipica della tristezza. In questo caso un buon indizio rivelatore del tentativo di simulazione può essere l'assenza di movimento nella zona fronte/sopracciglia.
Inoltre è utile tenere a mente che sono davvero poche le persone che usano il movimento delle sopracciglia tipico di questa emozione come segno di interpunzione.
Come avrete sicuramente notato riconoscere le emozioni vere da quelle simulate concentrandosi semplicemente sulla morfologia del viso non è cosa semplice e senza un adeguata capacità di contestualizzare il momento specifico con i movimenti facciali può portarci a conclusioni errate o semplicemente lasciarci con grandi dubbi....
Ma non disperate...esistono altri indizi per aumentare la nostra percentuale di successo nella lettura delle espressioni sul volto del nostro interlocutore: i tempi, la collocazione e chiaramente le microespressioni. Ne parleremo nel prossimo post. Nel frattempo esercitatevi ;)
Se vi siete persi i post precedenti sull'argomento credo che quanto appena letto sia a dir poco incomprensibile visto che ho dato per scontato che conosciate tutte le mimiche delle diverse microespressioni e gli altri argomenti basilari. Se cosi fosse qui trovate una lista dei post precedenti.
Piaciuto questo post, fatemelo sapere lasciando un commento...
Ciao,
Antonio
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